Galleria d'Arte Moderna "Ricci Oddi" 
Il collezionista piacentino Giuseppe Ricci Oddi (1861 - 1937), dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza , rientrò nel palazzo sito nel cuore della città di Piacenza.
Le stanze dell'immobile, ubicato in via Poggiali, erano rimaste delicatamente vuote a causa del trasferimento della sede locale della Banca d'Italia trasferitasi in un palazzo più grande.
Per rendere più ospitale la sua residenza, Ricci Oddi, nel 1897, inizio' a collezionare opere d'arte, principalmente quadri ad olio (primi quadri acquistati "Pecore tosate" del pittore Francesco Filippini e "Dopo Novara" di Gaetano Previati).
Inizio' così la straordinaria collezione di capolavori dell'arte italiana dell''800, quadri acquistati, non solo entro i confini della città di Piacenza, ma soprattutto nella città di Milano.
Una collezione iniziata per puro gusto personale tanto che, nel corso di pochi anni, il suo bisogno di soddisfare la sua voglia di collezionare opere d'arte divenne inarrestabile.
Non solo: Ricci Oddi ritenne utile costruire una nuova struttura pubblica dove collocare le opere in funzione della crescita della collezione e per la fruizione pubblica delle stesse. 
Nel 1924 Giuseppe Ricci Oddi dono' alla città la sua favolosa raccolta e l'11 ottobre 1831 fu inaugurata e aperta al pubblico la Galleria d'Arte Moderna "Ricci Oddi" in Piacenza.
Assente lo stesso collezionista, troppo schivo per presenziare alla cerimonia costellata da principi (Umberto e Jose' di Savoia), collezionisti e migliaia di estimatori d'arte.
Opere d'arte e palazzo: ancora oggi un unicum inscindibile.
Aggiornato sulle correnti artistiche in voga, in Italia ed Europa, Ricci Oddi rifuggi' le nuove opere d'avanguardia figurative definite, da lui, come "estranee" alla sua collezione.
Arte figurativa, ritratti e paesaggi: questi furono i soggetti e i temi preferiti da esporre sulle pareti della nuova Galleria d'Arte Moderna.
Opere degli scapigliati, dei divisionisti: entrano, nella collezione, quadri di Pelizza da Volpedo, Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Giuseppe Graziosi senza dimenticare i macchiaioli Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Telemaco Signorini.
Le sculture di Medardo Rosso e i paesaggi del reggiano Antonio Fontanesi.
Quadri a soggetto simbolista firmati da Giulio Aristide Sartorio e Plinio Nomellini.
Omaggio alla pittura impressionista firmata dai pittori italiani Federico Zandomeneghi, Giuseppe de Nittis e Giovanni Boldini. 
La collezione si arricchì delle opere dei veneziani Pietro Fragiacomo, Guglielmo Ciardi, Ettore Tito e Giacomo Fravetto.
E ancora, Angelo Morbelli, Tranquillo Cremona, le opere di Filippo de Pisis, Felice Casorati, Carlo Carra' e Umberto Boccioni.
Una raccolta d'arte caratterizzata da una omogeneità dedicata alla pittura figurativa italiana che spazia dal 1830 al 1930: quadri che valorizzano l'importanza dalla alla perizia tecnica al soggetto e alla carica evocativa trasmessa allo spettatore.
Una collezione "gioiello", sconosciuta alle grandi folle, che stupisce, ieri come oggi, l'amante dell'arte grazie alla passione di un autentico mecenate del bello e del bello italiano: Giuseppe Ricci Oddi.
Carlo Maria Pelatti