Albrecht Durer e il Rinascimento tra Germania e Italia

 

 

Albrecht Durer nacque nel 1417 a Norimberga: il padre era un orafo e la madre, Barbara Holper, era la figlia di Hieronymos.

 

Apprendista nella bottega paterna, inizio' la sua attività artistica come disegnatore.

 

Ben presto il suo desiderio di conoscenza lo porto' ad abbandonare il suo "rifugio" per approdare ai laboratori tipografici del Nord Est europeo.

 

Nel 1494 compi' il suo primo viaggio in Italia: soggiorno' a Venezia e conobbe la pittura di Mantegna e il colore delle opere del Giorgione e di Giovanni Bellini.

 

Nel 1505 ritorno' in Italia e vi dimoro' sino al 1507: non si limiti alla sola Venezia ma raggiunse anche lontane regioni sino alla Sicilia.

 

Il suo interesse si concentrò nel trasferire, in grafica, non solo l'interpretazione anticheggiantedel corpo umano, ma lo spirito espressivo ed emotivo in esse contenute,

 

ottenendo un risultato di patetica serenità, armonia e perfezione mai raggiunte da altro artista.

 

Morì a Norimberga nel 1528.

 

Quale importanza ha rivestito l'arte rinascimentale italiana nella formazione di Durer e quanto devono gli artisti italiani del '500 e '600 alle sue opere grafiche, ricca miniera a

 

cui attingere in più occasioni?

 

Durer, dal rinascimento italiano, seppe cogliere, non solo lo stile, ma anche le tematiche e i significati morali celati nelle opere dei grandi suoi grandi pittori.

 

L'arte del ritratto, la scoperta della figura umana attraverso l'arte antica, lo studio della natura e del paesaggio furono assimilati con acutezza visiva al fine di alimentare la sua

 

ricerca del bello e del vero.

 

A Bologna, dove si recò nel 1506, fu accolto con grandi omaggi dai pittori bolognesi, tra i primis, il Francia: qui affronto' ed acquisì i segreti della prospettiva.

 

Grazie alla conquistata sensibilità cromatica, scomparve, dalla sua pittura, ogni durezza in favore di una maggiore liricità, morbidezza e naturalezza.

 

Durer come Leonardo, Raffaello, Giovanni Bellini: genio e arte, genio e divino.

 

Seppe fondere la luce italiana con il naturalismo lenticolare fiammingo.

 

Durer e l'incisione.

 

Questo è il forte connubio inscindibile: capolavori assoluti perché realizzati con austera solennità e sapienza.

 

La mostra milanese permetterà al visitatore di conoscere la sua eterna arte ma soprattutto la sua opera grafica.

 

Il suo mondo dialogherà, direttamente, con la reciprocità d'ispirazione, con i capolavori dei suoi maestri contemporanei tra cui Cranach, Giorgione, Lorenzo Lotto e molti altri.

 

Carlo Maria Pelatti