Ottocento


"Ottocento. 
L'arte dell'Italia tra Hayez e Segantini"
Forlì, Musei San Domenico 


Italia: un paese diviso antropologicamente, economicamente, socialmente e culturalmente, che faticava a stare unito.
Identità, voglia di rinascita, di riscatto, di libertà.
Queste sono le parole chiave utili per entrare nel cuore artistico, letterario, musicale, culturale e politico dell'epoca presa in esame nella mostra.
Un pezzo di storia risorgimentale dove l'Italia lottò per essere nazione.
La letteratura (Manzoni, Carducci, D'Annunzio), il melodramma (Rossini, Bellini, Donizetti e Verdi), i rappresentanti delle arti figurative (Hayez, Corcos) e la politica (Cavour, Mazzini, Garibaldi) e tanti altri.
Tutti concorsero ad un unico progetto: creare un denominatore comune per la futura nazione Italia. 
Vera missione affidata al mondo dell'arte: la "Pittura di storia": epopea popolare dove il popolo italiano poteva leggere il suo glorioso passato e risentire il valore dell'orgoglio nazionalista.
In un paese però dove l'analfabetismo era tragicamente diffuso, si indicarono i più puri ideali e speranze che avrebbero costituito il nuovo linguaggio del nuovo popolo italico.
Tutto concorreva per la nuova identità , e identità italiana. 
I protagonisti che si apprestavano a intraprendere questo compito potevano ancora attingere all'incontaminato e meraviglioso paesaggio del "Bel Paese" che continuava ad attirare viaggiatori da tutto il mondo.
Così dal tramonto del Romanticismo, all'affermarsi del Purismo, all'eclettico Simbolismo, dai rivoluzionari Macchiaioli ai Divisionisti, si cercò di creare una lingua comune dove gli italiani potessero riconoscersi.
Dagli anni 80 dell''800 i temi trattati virarono verso tematiche di denuncia sociale, soggetto supportato dalla letteratura verista di stampo internazionale. 
I quadri si popolarono di contadini, deboli, infermi abbandonati al loro destino, anziani, nuovi miserabili.
Si guardò al proletariato nato con l'industrializzazione.
La vera rivoluzione apportata dagli artisti fu la materia cromatica.
Svincolati dal primato del disegno, il colore poteva ergersi come unico processo di percezione del reale: la macchia, la divisione della luce.
Nacque il linguaggio artistico d'avanguardia italiano.
Il complesso dei Musei di San Domenico celebra questa irripetibile, drammatica e avvincente "rivoluzione".
Una mostra unica dove il visitatore potrà ammirare capolavori dell'arte italiana dell''800.
Dall'ultimo esponente del Romanticismo, Francesco Hayez, al padre dei Macchiaioli, Giovanni Fattori sino ad arrivare al luminoso Giovanni Segantini e al rivoluzionario Umberto Boccioni.
Identità e orgoglio italiano.

Carlo Maria Pelatti