"Il cinquecento a Firenze.
Tra Michelangelo Pontormo e Giambologna"


1506, Leonardo e Michelangelo lasciarono Firenze dopo aver affrescato, sulle opposte pareti del Salone del Maggior Consiglio in Palazzo Vecchio, le due scene dedicate alle battaglie di Anghiari e di Cascina.
31 ottobre 1517: il monaco agostiniano Martin Lutero affisse alle porte della chiesa del castello di Wittemberg le sue 95 tesi sulla penitenza è una forte critica all'uso della vendita delle lettere d'indulgenza.
Due date importanti per comprendere l'ultimo atto della trilogia, iniziata nel 2010, che Palazzo Strozzi dedica alla pittura e scultura manierista.
Artisti manieristi, cioè imitatori dell'arte di Michelangelo: una corrente figurativa stilisticamente positiva che spazio dalla scultura, alla pittura sino all'architettura.
Le nuove opere d'arte furono accese da una nuova colta fantasia intessuta di esasperata eleganza, intrisa di scandalosa bellezza cromatica.
Nelle sale del piano nobile sono esposti capolavori di Michelangelo Buonarrotti (Il dio fluviale) in dialogo, visivo e diretto, con il "Il compianto su Cristo morto" di Andrea del Sarto. La perla più rara dell'esposizione è data dall'irripetibile accostamento di tre capolavori della pittura manierista: la "Deposizione dalla croce" di Giovanni Battista di Jacopo detto Rosso Fiorentino, la "Depisizione" di Jacopo Carucci detto il Pontormo e il "Cristo deposto" del Bronzino proveniente da Besancon.
Il percorso è arricchito dalle sculture di Benvenuto Cellini, Baccio Bandinelli e del Giambologna.
Opere segnate da un nuovo alfabeto estetico fortemente eccentrico che inauguro' il sofisticato percorso in equilibrio tra naturalismo e armonie artificiali: il manierismo.

Carlo Maria Pelatti